giovedì 9 ottobre 2008

I salvaladri ci riprovano...



Forti con i deboli, debolissimi con i forti...

ROMA - L'emendamento nascosto nel decreto Alitalia, che permetterebbe di "salvare" i manager dei recenti crack finanziari sarà cancellato nel passaggio parlamentare alla Camera. Lo annunciano fonti governative. Stamane nel corso dell'audizione al Senato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti aveva minacciato: "O va via l'emendamento o va via il ministro dell'Economia". L'emendamento, denunciato oggi da "Report" (che va in onda domenica sera) e da "Repubblica", prevede che i reati legati ai grandi dissesti finanziari come Parmalat e Cirio non sarebbero più perseguibili a meno dell'esistenza di un vero e proprio fallimento. Una norma pericolosissima che, di fatto, cancellerebbe i processi a personaggi com Tanzi, Cragnotti e Geronzi.
Tremonti è stato chiarissimo: l'emendamento inserito nella legge di conversione del decreto Alitalia è "fuori dalla logica di questo governo. Se si immagina che la linea del governo sia quella prevista da un emendamento che prevede una riduzione della soglia penale per alcune attività di amministratori si sbaglia".
"Tremonti non dovrebbe andar via da solo, ma insieme a tutta la maggioranza che ha proposto e votato una norma del genere", ha obiettato Pier Luigi Bersani. L'emendamento è stato presentato dal senatore del Pdl, Angelo Maria Cicolani. Diffusasi la notizia sulle conseguenze, nel corso della notte, spiega l'agenzia Adnkronos, c'è stata una serie di telefonate tra i parlamentari del Popolo delle libertà. Più volte si sono sentiti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti e i senatori Cicolani e Gianpiero Cantoni.
Da qui la decisione di intervenire e il monito di Tremonti a palazzo Madama contro l'emendamento. "Si è trattato di un errore - fanno notare autorevoli fonti parlamentari del Pdl che hanno seguito da vicino la vicenda-. Non è possibile che in un momento delicato e di fronte a una crisi finanziaria si possa pensare di fare una norma per salvare i manager responsabili".
Repubblica, 9 ottobre 2008

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